Come superare le esigenze eccessive che imponiamo a noi stessi ed essere più felici?

Thaís Afonso
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Venerdì | 29 Aprile 2022 | 17:10

Cosa vuol dire esigere troppo da sé stessi?

Vi siete mai fermati a pensare quante volte chiediamo troppo a noi stessi per cose che non sono necessariamente sotto la nostra responsabilità o per fattori che non dipendono direttamente dalle nostre azioni, ma che tormentano la nostra Anima e rovinano la nostra vita?

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Si tratta di norme sociali e aspettative che molte volte non sono state create da noi, ma che ci imponiamo di portare avanti pretendendo eccessivamente da noi stessi e dando origine a un sovraccarico di ansie inutili che ci portano alla sofferenza.

Gesù, nella sua infinita Misericordia, ci ha messo in guardia a riguardo quando ha detto nel suo Santo Vangelo secondo Matteo 6:34:

«Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.»

Siamo circondati da falsi esempi di come avere successo che si basano soltanto su obiettivi economici e commerciali e non tengono conto dei valori del nostro Spirito. Pertanto ci distraggono dalla nostra tranquillità d’Anima e dal nostro discernimento relativamente alle scelte che facciamo.

Tali pressioni ci dicono come deve essere il nostro corpo, come dobbiamo vestirci, comportarci, quali devono essere le nostre performance professionali, a scuola, a casa e nelle relazioni, e tante altre che siamo "obbligati" a conquistare, senza considerare le nostre singolarità e capacità in Dio.

E dunque, per tutto questo, modellare le nostre vite in base a queste eccessive esigenze esterne è profondamente dannoso per il nostro sviluppo come Anime immortali, Spiriti Eterni che tutti siamo.

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Nella Sacra Bibbia troviamo una storia in cui possiamo identificarci. Si tratta di un brano famoso in cui Gesù osserva il comportamento di Marta e Maria (Santo Vangelo di Cristo secondo Luca 10:38-42) e dal quale possiamo trarre una profonda lezione:

38 Mentre Gesù e i suoi discepoli erano in cammino, Cristo entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò nella sua casa.

39 Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola.

40 Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti.

41 Ma il Cristo di Dio le rispose: Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose,

42 ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta.

Vediamo in questo insegnamento che Gesù non sta sminuendo l'importanza della pulizia e della cura della casa, ma ci sta mettendo in guardia sulle priorità che decidiamo di scegliere nella nostra vita e che le esigenze eccessive riguardanti soltanto questioni materiali ci portano ad agire con eccessiva inquietudine e preoccupazione.

Questo ci distrae dal vedere la "parte migliore", ovvero le opportunità che Cristo mette sul nostro cammino affinché possiamo stare con Lui attraverso l'amore e la convivenza fraterna con i nostri simili.

Marta era distratta. Come anche noi spesso lo siamo, quando permettiamo a tante pressioni sociali di sovraccaricarci e allontanarci da ciò che è veramente essenziale: metterci ai piedi di Gesù, ascoltare e agire secondo le sue preziose lezioni.

Il pragmatismo nel Bene mostrato da Maria l'ha portata ad ottenere la più grande delle conquiste: saper distinguere ciò che era più importante, indipendentemente da ciò che gli altri potessero dire a riguardo.

Il presidente predicatore della Religione di Dio, del Cristo e dello Spirito Santo, José de Paiva Netto, fa luce sul valore di questa decisione quando afferma:

«Chi determina il nostro destino non è la volontà altrui. È la nostra decisione in Cristo Gesù! Pertanto, non dobbiamo essere ansiosi per il futuro. È essenziale che facciamo la nostra parte, con tutto l’impegno, come consiglia Gesù quando avverte che dobbiamo pregare e vigilare (lavorare).»

Sappiamo che a causa della vita frenetica che conduciamo non è sempre facile organizzare bene il nostro tempo e osservare con attenzione, in ogni scelta, la sicurezza spirituale che ci offre.

Se a tutto ciò aggiungiamo anche le sfide imposte dalla pandemia, vedremo realmente che tutto diventa sempre più accelerato e il controllo delle faccende che ricadono sotto la nostra responsabilità sembra sempre più lontano. Tuttavia, non c'è motivo di arrenderci e ancor meno di disperarci.

Gesù non esige da noi la perfezione, ma ci presenta una rieducazione spirituale affinché possiamo superare le esigenze eccessive che imponiamo a noi stessi. Tra le tante sue lezioni, ci soffermeremo su cinque ai fini della nostra riflessione:

- La prima lezione è la Preghiera. Gesù ha pregato e ci ha insegnato a pregare. In qualsiasi situazione possiamo elevare il nostro pensiero a Cristo e implorare la sua protezione infallibile. Questo ci darà la serenità per valutare le diverse circostanze che ci circondano.

- La seconda è chiedere aiuto. In diversi passi biblici vediamo il racconto del sostegno di Gesù a coloro che chiedevano aiuto. Egli valorizza la nostra disposizione a cercare aiuto dinanzi alle lotte.

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- La terza è ricordare che non siamo soli. Possiamo sempre contare su di Lui e trovare intorno a noi persone che ci possono aiutare. Gesù, il Maestro dei maestri, contò sull'appoggio dei suoi discepoli per l'opera di redenzione delle Anime. Anche noi possiamo delegare alcuni compiti e aver fiducia nella capacità delle altre persone di portarli a termine.

- La quarta è non coltivare la colpa. Il senso di colpa ci intrappola nel rimorso e nel dolore. Non ci aiuta a migliorare. Il pentimento invece ci spinge ad andare avanti, cercando di superare l’errore commesso.

Gesù ha detto che è venuto per noi, che commettiamo errori, è venuto per chiamare «i peccatori (cioè quelli che sbagliano) perché si convertano» (Vangelo secondo Luca 5:32). L'Educatore Celeste non è venuto per giudicare; ma per darci la opportunità di redimerci di fronte ai nostri errori, perché desidera la nostra vittoria.

- E infine, occorre sottolineare, non agire secondo le aspettative altrui, ma con la coscienza in Dio. Il fondamento della condotta di Cristo è l'Amore del suo Nuovo Comandamento ― «Amatevi gli uni gli altri, come Io vi ho amato. Soltanto così potrete essere riconosciuti come miei discepoli» (Vangelo secondo Giovanni 13:34-35).

Egli ci ha insegnato che non importa quanto difficili siano le circostanze o quanto grande sia la sofferenza, c'è solo un cammino per liberarci dalle convenzioni e agire correttamente, considerando la nostra origine spirituale, che è cercare di applicare il suo Amore Divino Solidale come base delle nostre decisioni.

Come ci ricorda il Fratello Paiva, prima di ogni azione occorre chiederci: «Cosa farebbe Gesù se fosse al mio posto?»

Consigli speciali!

E molte altre lezioni del Cristo ci aiutano a superare le esigenze eccessive che imponiamo a noi stessi e a conquistare la saggezza spirituale per vivere più felici. Elencheremo alcuni articoli perché possiate continuare ad approfondire questo viaggio di conoscenza di sé e vedere in che modo la Spiritualità Ecumenica aiuta a superare le sfide quotidiane: 

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